venerdì 31 agosto 2012

lunedì 27 agosto 2012

Cassaneide




eppure il triplete non gli bastava
il talento barese più lungi guardava:
"ma cci mi significa quest' triplet?
io voglio stravincere ogni partit'"

"al grande squadron' io sono approdet'
non bast la copp' ed un campionet'.
qualsiasi trofeo che ha forma di copp'
il grande Cassan', se vuole, s'o papp'"

ma a fine dell'anno, con forte stupore
il grande campione dovette abiurare,
nessuno dei premi che aveva agognato
andava ad ornare il già nobile stato

per cui la morale di questa novella
è che chi troppo vuole poi nulla affardella
ed il giovin talento che coppe voleva
deluso il contratto alla fin rescindeva

fu visto tornare poi in terra natale,
con un capocollo ed un lercio pitale.

dal grande talento la copp' prodott'
fu sol' un salum' e nu vas da n[OT]t'


da "Io gufo l'Inter"

Ode (gufata) all'invincibile Inter


In tutto lo stadio risuona una voce
un unico grido e poi tutto si tace
non c'è più chi bubbola, si ode un ruggito
oppur di destriero è un potente nitrito?

La folla li attende, li adora, li acclama

son tutti sereni, se in panca c'è Strama
Più nobil di un Conte, fa tristi gli Allegri
se devi affrontarlo, è meglio se emigri!

Ed ecco all'ingresso si scorge un contorno

un'ombra gigante, che oscura anche il giorno
E' il mio capitano! Che guida gli eletti!
E' sempre più giovane il grande Zanetti!

Poi gli altri che è un rischio perfino guardare

soltanto il pensiero ci incute timore
figurati quelli che hanno anche l'ardire
sul campo da gioco di farsi trovare

Cambiasso, Ranocchia, Milito, Silvestre

che sembrano statue, o un'opera equestre
Cassano, Cincilla, Benassi, Coutinho
li guardi e PAURA! hai bisogno di un bagno

E infine viene egli, colui che conduce

che intima guerra o concede la pace
che umilia il nemico e ne spolpa anche gli ossi
assieme al feroce e brutal Guido Rossi

Colui che si appresta a una nuova stagione

di grandi successi e soddisfazione
Palazzo Durini non basta nemmeno
per Coppe Moretti e balle di fieno

E infine, tu gufo, che tanto ti impegni

rinuncia a fatture ed oscuri disegni
resistere è vano, rischioso perfino
perché se anche Francis s'infuria di meno

nessuna pietà avrà il suo tavolino!

mercoledì 8 agosto 2012

Poesiuole da ombrellone 20


ER GATTO E ER CANE
Gigi Zanazzo

So’ bbestie che nun vanno strapazzate.
Si uno nu’ le pô scèrne, le lassi perde’; ma nu’ je facci male.

Chi ammazza un gatto, je môre appresso, o je succède quarche disgrazzia.

Er proverbio dice:

«Chi ffa mmale a ccani e ggatti,
Fa mmale li su’ fatti».

Er gatto nero porta furtuna.

Quanno er gatto ruzza, è ssegno che stà ppe’ ppiove’.

Quanno er gatto gnávola è ssegno de bbon agurio.

Invece quanno er cane urla: caì, ccaì, è ssegno de malugurio.



LA FREGOLA
Massimo Bolli

E quanno er cane miagola
oppure er gatto abbaia
vor di' che pe' la fregola
c'è uno che se sbaja
 

Poesiuole da ombrellone 19


Dedica per "Storie Piccine", di Valeria Fiorentino.

Son piccole piccole
o più grandicelle
Ci son quelle discole
o più saputelle

Son queste, son quelle
son storie, storielle
son come chi legge...
piccine ma belle!

Dedica per "E da quel giorno...", di Emanuela Nava:

"Son verde, son brutta, son senza le strisce,
me le hanno rubate due rane ed un pesce"
diceva una zebra piangendo a dirotto,
coprendosi sotto un pesante cappotto.

"Ma non c'è problema" le disse l'amica
"ti basta il colore ed un po' di fatica.
Col bianco ed il nero e con questo pennello,
vedrai, come nuovo sarà il tuo mantello".

Così da quel giorno la zebra comprese
che non occorrono mai grandi imprese.
Se anche a un problema non trovi risposta,
un po' di colore, e tutto si aggiusta!

venerdì 3 agosto 2012

Self impairment


Eeehi, ciao, gentile lettore.

Mi rivolgo a te, sì, proprio a te. Proprio a te, che sprechi minuti preziosi per leggere il Bolli. Non che questo sia di per sé deplorevole, per carità, ma ci sono modi senza dubbio più convenienti di impiegare il tempo. Non so, grattandosi la testa, ad esempio. Comunque, oggi fai bene a leggermi. Esatto, fai proprio bene. E sai perché? Non soltanto perché tanto sei disoccupato ed hai una vita più piatta dell'elettroencefalogramma di DJ Francesco. No, è perché sto per mondare la tua inservibile esistenza da quel rimasuglio di senso di colpa che ti rende ancora più merda di quello che sei. Lo so, lo so che bastano cinque minuti su Real Time per avviare una totale rigenerazione della propria perfidia, ma io sto per dirti di più. Sto per dirti che odiare non è sbagliato, che odiare è bene, che invidiare è cosa buona e giusta.
Infatti, ho deciso di iniziare una dotta trattazione sul peccato. Sui peccati capitali, per la precisione. Non è che devi essere per forza polacco per farlo, o no? Oggi con te voglio parlare dell'invidia e di come invidiare sia sacrosanto. Ovunque trovi cazzate che pretendono di spiegarti il contrario. Che vai bene così come sei, che devi piacerti. Ma qui no. Qui fanculo al pensiero positivo.

Dunque, ieri guardavo questo video. Guardalo anche tu:


E' la squadra di nuoto americana alle olimpiadi. Carino, non c'è nulla da dire. Veramente carino (ma sentilo... "carino"). La canzone è rivoltante, ok, ma accattivante. Diciamocelo, ci sono solo cose belle. Gente che si diverte, pettorali mitologici, una quantità di figa che è quasi spietata. Insomma, il trionfo della kalokagathia.

Ecco. Ecco a cosa ci è servito il liceo classico da ragazzi: a rodere più finemente da adulti.

Ieri notte, mentre lo stavo guardando per la trecentesima volta, mi ha avvolto il lucore della rivelazione. Devi sapere, caro lettore, che quando vedi una vagonata di visualizzazioni su youtube non è che ci sono stati veramente 800milamiliardi di persone che hanno guardato un video. Naaa, è che ci sono in giro 3/4 svitati come il Bolli, che ne so, un paio di ciccioni in Arkansas o uno schizofrenico in qualche manicomio di Varsavia, che guardano lo stesso filmato fino a quando non li fa sboccare il solo pensiero.

Dicevo, alla trecentesima volta che lo guardo, succede una cosa strana. Mi sorprendo ad odiarli. Ad invidiarli ed odiarli, con una punta di follia e allo stesso tempo di lucido senno. Mi dico, ma guarda questi. Sono giovani e pure belli. Sì, questa è gente che magari è all'ottava olimpiade e ha sempre 22 anni. Ma come cazzo fanno, che a me pare ieri che avevo ancora i brufoli?

Forse perché ieri ce li avevo, i brufoli.

E continuo. Sono giovani, belli, sono alti tutti un metro e novanta. Hanno quelle spalle assurde, che ti danno l'impressione che, quando passano dalle porte, si trascinino dietro buona parte del muro. Si divertono. Guardali, caro lettore. Si divertono! Tu sei lì, guasto, a decomporti nella mediocrità. Tu, che ti sei appena guardato l'ennesima puntata di Breaking Bad e fantastichi su una rivoluzione della tua vita in stile Walter White, ed invece anche domani sarai un inutile piangina. Guardali, ridono! Sono belli, giovani e ridono!!!

Ma non basta. No! Seeeee. Vengono pure da posti fighissimi. Dal Texas, da New York, da LA.
Sì, perché solo gli sfigati dicono Los Angeles. Devi dire Elléi.

Facciamo una prova. Come come? Due anni fa sei stato in America in vacanza? Figo! No, però. Non dire che ci sei andato con quella culona di tua madre e quel rincoglionito di tuo padre, che piscia come un idrante. Dì che ci sei andato con amici. Non riesci a raccattarne uno nemmeno nel parcheggio della comunità di Sant'Egidio, ma dì che ci sei andato con amici. E non dire che sei andato a trovare i tuoi micragnosi parenti emigrati, ché la cugina più gnocca sembra Pussy Bonpensiero. Dì che sei andato perché un tuo amiiico sta girando un fiiilm lì a Elléééi e  ti ha invitato a vedere la sua nuova villa.
Quindi, dov'è che sei stato? Come? In California??? Ma allora sei scemo!!! Si dice in Cali, no in California.
AAAAAAHHHHH, fanculo. Lascia perdere.


Vabbè, dicevo. Questi vengono tutti da posti cool. E tu? Tu vieni da uno scantinato di Potenza. Che quando sei andato all'università dovevi spiegare a tutti dove cazzo è Potenza, perché tutti pensano che sia in Sicilia, o in Campania, ma tutti sono comunque certi che sia un posto di merda. E poi, appena te ne andavi, ridevano di te e dicevano: "Ma pensa quel coglione. Viene da lì, e non sa nemmeno dove cazzo sta Potenza.".

E dunque, ricapitoliamo: questi sono belli, giovani, americani, ridono. Tutte le donnine a casa a sbavare per Lochte. Tutti i maschietti a sfinirsi di seghe per la Perdue. E stai certo che scopano come ricci, lì al villaggio olimpico. E scommetto che scopano pure senza goldone, ché tanto nessuna rimane incinta. Tu, invece, al primo miracolooooso affondo di baionetta nel fienile di tuo zio, hai subito fatto strike. Per giunta con la figlia di un maresciallo dell'Arma che, appena ha scoperto il misfatto, ha scaricato la Beretta sulla fiancata della tua Punto di merda.

Ma non basta, no. A questo punto, caro lettore, cos'è che ci potrebbe consolare? Una cosa, una cosa soltanto potrebbe farci sentire meno patetici. Essù. Eddai. Indovina, cazzo. Niente, manco questo sai. Vabbè, te lo dico io. L'unica cosa che potrebbe farci dire "Tadààà, ma allora non siete perfetti! Siete umani come noialtri, persone normali, pietosamente conformi al codice dell'ovvio.".

E cioè: siete scarsi! AH AH AH. Sarete pure strafighi, miei cari, ma non vincete un cazzo!

AHAHAHAHAH AH AHAH  AH           AH

Ma quando mai. Lì in mezzo non ce n'è uno che non sia medaglia d'oro. Uno! Uno solo che non sia cazzutissimo. Trovatemene uno. Macché. Questi, anche quando gareggiano nella stessa specialità, l’oro lo vincono tutti. E gli italiani? Sempre 24esimi. Anche se in vasca ce ne sono solo 8, Magnini arriva comunque 24°. Ma teniamocelo stretto uno come Magnini. Magnini è talmente un pupo, che quando lo guardo mi sembra di essere il Grande Vecchio. Loro no, però. Loro manco pe niente. Loro sono ANCHE forti.

E' qui, fedele lettore, che si configura la divina ingiuria. Il definitivo sopruso del Fato. L'ennesimo dileggio di Lachesi.

Noi siamo qui, bassi, grassi, calvi. Se siamo donne, abbiamo due tette come due calzini con dentro un euro. Delle smagliature che non sono smagliature, sono trincee di prima linea. Faremmo carte false per avere un lavoro da scribacchino vessato, da metalmeccanico pazzo, o per diventare il lacchè di un assessore.

Perciò, mi chiedo: perché? Perché a loro tutto e a noi niente? Perché loro fluttuano nelle acque terse della gloria e noi sguazziamo nella pozza di piscio della quotidianità? Perché le campionesse di rana non mettono i tacchi, altrimenti sono più alte dei loro fidanzati, mentre le nostre fidanzate, se mettono i tacchi, sembrano delle rane?

A tutto questo, amico, amico mio, non c'è risposta. Nessuno ti spiegherà mai perché tua moglie ha messo un culo come una portaerei, o perché l'ultimo capello che ti era rimasto ti è finito incastrato negli occhiali. Non saprai mai perché la tua vita è puro pleonasmo. Ce lo vedo, Dio, a fare spallucce ed a risponderti "Shit happens, son".

Epperciòòòòòòò:

ODIALI

AMICO

ti dico      O D I A L I

E INVIDIALI

Invidiali e digliene un sacco:

STRONZI, BASTARDI, CORNUTI, BISTECCONI, A SCEEEMI

NON TI DEVI VERGOGNARE DI INVIDIARLI

Non c'è nulla di più nobile dell'invidia, ricorda, perché solo nell'invidia si riconosce il valore del nemico. Loro sono grandi? Ok, ma la tua invidia lo sarà di più! Qualcosa di grande, lo vedi, covava anche in te. Il rancore più becero sulla faccia della terra. Ed è tuo! Solo tuo!

Così ce la potrai fare. Solo così potrai accettare la bancarotta della tua esistenza. Darle finalmente un senso. Impregnala di livore e fattene scudo. Sarai libero. Libero di dirti: “Faccio schifo! Sìììì, faccio proprio schifo!!! Ma non me ne frega un cazzo!!”. E poi riderne. Aahhahahahha!!! Riderne folle ed infine saggio!

AHAHAHHAHAHAHAHAHAHHAHAHAH

E tu, tu che mi leggi e sei convinto di essere figo. Tu, che tuo zio ti ha fatto entrare alla Regione e pensi che la tua vita sia compiuta. Tu, che ti sei comprato l'Audi coi fari xenon, con la liquidazione del babbo. Tu, che ti credi fregna e passi in piedi sotto i tavoli. Tu, che ti sei laureata in Scienze della Minchia all’Università del Molise e, quando guardi Santoro, ti crucci solenne per la fuga dei cervelli. Ed infine tu, tu che per Anobii hai letto ottomila libri del più sconosciuto coglione iraniano e poi scrivi “al di là” tutto attaccato. Voi, voi non siete manco da odiare. Voi siete da preservare. Anzi grazie. Grazie grazie grazie. Grazie, perché siete voi che ci date la forza di andare avanti. A me ed al mio amico sfigato, qui.


Perché voi, signori...
voi siete messi peggio di noi.