venerdì 28 dicembre 2012

Poesiuole da caminetto 1


Dalla mia raccolta An-alfa-beta

N.655 - L'axolotl (di Gianluca Massimo Esposito)

L'axolotl è un animale
che non trova paragone
col potere eccezionale
detto d'autoguarigione

 
Se gli stacchi una zampetta
non ti devi preoccupare
senza ansie e senza fretta
te la vedi rispuntare

Hai presente quella chioma
di quel noto allenatore?
O il politico di fama...
non del tutto da ammirare?

L'axolotl è come loro
non si vuole rassegnare
ed il suo capolavoro
è il saper rigenerare

Questa storia, è naturale,
di final non può mancare
Qui ci vuole una morale
e un precetto da insegnare

L'axolotl è un esemplare
di gran determinazione
anche quando può sembrare
che non trova soluzione

E perciò l'esortazione
come per il capitone
è "dagli un colpo sul testone"
Tanti auguri e buon cenone! 

da "Romanzi Brevi

martedì 4 dicembre 2012

Poesiuole da ombrellone 29


N.652 - Bastava un Braulio (di Francesco Lamberti)


Non fidarti di chi prende
l'Amaretto di Saronno
Poco dopo ti sorprende
ed al cuore ti fa danno.

Ti sconsiglio vivamente
chi richiede il Montenegro
Dopo cena raramente
ti ritroverai allegro

Ramazzotti, Mottarone,
quello del Carabiniere...
di chi beve il San Simone
devi sempre diffidare

Guarda sempre con timore
quello a base di carciofo
Chi lo prende, del tuo cuore,
si rimpinza sempre ad ufo

Dell'Averna non fidarti

il tuo cuore non allieta
Nulla mai potrà ridarti
il gusto pieno della vita

Fernet Branca oppur Lucano
Jägermeister e Giuliani
e se prende il San Marzano
alla larga tu rimani!!

E' assai semplice l'arcano
ed in breve si riassume:
Il destino di ciascuno
è già scritto nel suo nome

E' pertanto da evitare
un così evidente errore
Non può certo funzionare

con chi è amante del li-Quore.

domenica 25 novembre 2012

Quocumque adverteram apparuit


Ti accorgi di essere vecchio quando:

1) Quelli più vecchi ti danno del Lei. Quelli più giovani cominciano a darti del VOI!!
2) Il barbiere ti consiglia questo tonalizzante miracoloso che tinta è una parola grossa e quando esci da qua non è che la gente si mette a ridere, eh.
3) Non hai diritto a nessuna riduzione. Anzi.
4) Tocca a Lei, Signor Bolli.
5) Vai ai concerti dove suonano Boccherini. Gli One direction? Eh? Cazz'è?
6) L'ottico ti dice: "Sìììì okkk, facciamo gli occhiali, ma tra un paio d'anni subentra la presbiopia".
7) "Uèèèè Massimo, come stai???" E tu: "Ma chi cazz'è questo??"
8) Il Sì, le TDK, Pollon, il Nintendo, Bonolis bla bla bla. Non credete a nulla, gli anni '80 sono stati il decennio più falso della storia.
9) Erika Leonard? AHAHAHAHA POVERI. Io leggo Roth, perchè sono grande :(
10) Seì lì. Fai il tuo sguardo più figo. La Magnum. Sei il più grande scopatore di commesse della storia. Non ci vuole niente, solo un ultimo sfor...

"Vi serve qualcosa?"

mercoledì 21 novembre 2012

Poesiuole da ombrellone 28


N.650 - Stop Loop (di Sergio Mario Ottaiano)
 
"Sono nato ed ho vissuto
futilmente innamorato
Poi son morto, son rinato
ho vissuto e poco amato
 
 
Dopo esser deceduto
poi prelato divenuto
son rimorto, trapassato
nella fossa sotterrato

Alla luce son venuto
e la bella ho conosciuto
Poi son morto e costernato
questa volta son restato"

Triste storia ho raccontato
di un eroe che sfortunato
ogni volta che è finito
puntualmente è ritornato
 
Fino a quando è capitato
che d'amore frastornato
sul più bello, che sbadato,
i gettoni ha terminato!
 
da "Romanzi Brevi

Rear Time







martedì 20 novembre 2012

Poesiuole da ombrellone 27


N.646 - Il motore (di Augusto Sacchetti)
 
Fu così che nacque allora
questo intenso e strano amore
che rendeva inseparabili
una brugola e un motore

Ogni sera stretti stretti
come da telenovela
al chiarore della luna
od a lume di "candela"

"Questo è niente" lui le disse
con un fare accattivante
e una bella coppa d'olio
alzò al posto di spumante

"Non per vanto, mia adorata
ma io son motore a scoppio
e vedrai faccio faville
nel momento in cui mi accoppio"

Ma quel mondo, come il nostro,
non prevede perfezione
e la prima volta a letto
fu un'amara delusione

Nonostante i tentativi
della chiave nel cruscotto
il motore era ingolfato
niente scoppio e niente botto

Fu così che trovò fine
questo amore sfortunato
tra una brugola e un motore

che era a scoppio ritardato
 

lunedì 12 novembre 2012

Scienziati ferètri



C'ha na fija che j'attizza er Nuclearo che se chiama Oscar Giannetto e er noccioletto vole fa'.

martedì 30 ottobre 2012

Poesiuole da ombrellone 26


N.256 - Il cucchiaio
 
Che romantico l'autore
che un cucchiaio commisura
a chi presta nell'amore
per il male la sua cura

In un mondo faticoso
che è difficile e contorto
alla sposa ed allo sposo
urge agevole conforto

Ma un problema che è assai serio
è che il semplice, od il puro,
non soddisfa il desiderio
che nell'uomo è imperituro

di essere sempre stupefatto
di volar di fiore in fiore
o penare tumefatto
per i colpi dell'amore

Ed in questo formicaio
una vita appassionata
vuole amor da orologiaio
sempre ugual nella durata?

Il soffrir non ti fa gaio,
ma se semplice è l'amata
più che comodo cucchiaio
è minestra riscaldata
 
da "Romanzi brevi

lunedì 8 ottobre 2012

Poesiuole da ombrellone 25


N.624 - Facebook al contrario (di Barbara Corniola)
 
Nella rete del diniego
posta è ogni aspettativa
di trovare l'alter ego
di discordia ed invettiva
 
Ogni foto in cui è contento
sarà grande dispiacere
nozze, feste o lieto evento
guasterò col mio livore

Ogni quando compie gli anni
tra gli auguri di ciascuno
a recargli dei malanni
troverà il mio "meno uno!"

Se per caso cambia stato
del rapporto personale
presto gli verrà augurato
di finirlo in tribunale

Qui sul sito dei rivali
la faccina è solo truce
si usan solo toni ostili
o un laconico...

"mi spiace!"
 
da "Romanzi Brevi

domenica 7 ottobre 2012

Poesiuole da ombrellone 24


N.623 - Teoria della relatività (di Rita)

"è evidente che applicava
la teoria del relativo
e di un anno lui contava
solamente il consuntivo"
 
le rispose sorridendo
per donarle del sollievo
(l'ironia, in chi sta soffrendo,
è efficace lenitivo)

"nella scienza, è proprio vero,
trovi sempre soluzione!"
disse l'altra, sguardo fiero,
illustrando l'equazione

"ed infatti io applicavo
la teoria dell'assoluto
e ogni mese che contavo
diventava più cornuto"

da "Romanzi Brevi

Poesiuole da ombrellone 23


N.621 - Achiropita e l'amore scritto sull'acqua (di Davide Ragona)

E' assai bello tirar sassi
e dar vita a dei bei tondi
E se i tondi tornan dietro
ti raccontan di altri mondi
 
Ma lo sanno molto bene
li giù in terra d'origami:
non è bello se altro mondo
te lo porta lo tsunami

da "Romanzi Brevi

lunedì 17 settembre 2012

Poesiuole da ombrellone 22


N.615 - Sete da lupi (di Giulia Corda - scrittrice di 5 anni e 9 mesi)


Poi giunse ad un tratto la strega cattiva
che tutto condanna e ci fa un'invettiva
Un nome straniero ed in mano una scopa
il muso più lungo di un muso di lupa

Girava nel bosco, sola e disperata
dicendo in continuo (era un po' rimbambita)
"Son molto più bella! Più bella di Giulia!"
(la dama che odiava corrosa d'invidia)

Udendo la frase l'ennesima volta
nel bosco incantato scoppiò la rivolta
Si alzarono in volo cinquanta cornacchie
e copriron la strega di tante pernacchie

"Rispetto a Giulietta, sei triste e sei vecchia
Lei è piccola e bella, e tu sei una fetecchia"
Pertanto la strega si volse e piangendo
scappò nel castello isolato ed orrendo

Intanto la gente, felice lì al chiosco
beveva e cantava, godendosi il fresco
E il lupo, il folletto e la bella Giulietta
sereni intonavano una canzonetta:

"Ritorna streghina, stregaccia, streghetta
perfino a chi brontola, è vecchia ed è brutta,
si dona un sorriso e anche se non l'accetta
una bibita fresca è già qui che l'aspetta!"


da "Romanzi Brevi"

Poesiuole da ombrellone 21



"Dov'è finita? Dov'è finita?"
Dicea la scarpa tutt'atterrita
La mia gemella, la sorellina
si è certo persa, quella cretina

E ora son sola, oohhh me tapina,
e vago sola per la stradina"
L'umore a terra, e non solo quello,
avea la scarpa nel triste appello

"No, non temere", si udì una voce
e si scorse un'ombra, lì in controluce
"Son qui per toglierti ogni paura"
disse la Vespa alla calzatura.

"Son SuperVespa e tra le eroine
son quella brava a trovar l'affine!
Fede nuzial o guanto spaiato
li ricongiungo col separato!"

Dopo un giretto, una passeggiata
fu ritrovata la sventurata
Tutte felici, tutte raggianti
sui loro tacchi tambureggianti

E la morale della poesiuola
è che anche quando ti senti sola
c'è sempre chi, come la Vespina,
ti dà una mano e non t'abbandona!

da "Romanzi Brevi"

venerdì 31 agosto 2012

lunedì 27 agosto 2012

Cassaneide




eppure il triplete non gli bastava
il talento barese più lungi guardava:
"ma cci mi significa quest' triplet?
io voglio stravincere ogni partit'"

"al grande squadron' io sono approdet'
non bast la copp' ed un campionet'.
qualsiasi trofeo che ha forma di copp'
il grande Cassan', se vuole, s'o papp'"

ma a fine dell'anno, con forte stupore
il grande campione dovette abiurare,
nessuno dei premi che aveva agognato
andava ad ornare il già nobile stato

per cui la morale di questa novella
è che chi troppo vuole poi nulla affardella
ed il giovin talento che coppe voleva
deluso il contratto alla fin rescindeva

fu visto tornare poi in terra natale,
con un capocollo ed un lercio pitale.

dal grande talento la copp' prodott'
fu sol' un salum' e nu vas da n[OT]t'


da "Io gufo l'Inter"

Ode (gufata) all'invincibile Inter


In tutto lo stadio risuona una voce
un unico grido e poi tutto si tace
non c'è più chi bubbola, si ode un ruggito
oppur di destriero è un potente nitrito?

La folla li attende, li adora, li acclama

son tutti sereni, se in panca c'è Strama
Più nobil di un Conte, fa tristi gli Allegri
se devi affrontarlo, è meglio se emigri!

Ed ecco all'ingresso si scorge un contorno

un'ombra gigante, che oscura anche il giorno
E' il mio capitano! Che guida gli eletti!
E' sempre più giovane il grande Zanetti!

Poi gli altri che è un rischio perfino guardare

soltanto il pensiero ci incute timore
figurati quelli che hanno anche l'ardire
sul campo da gioco di farsi trovare

Cambiasso, Ranocchia, Milito, Silvestre

che sembrano statue, o un'opera equestre
Cassano, Cincilla, Benassi, Coutinho
li guardi e PAURA! hai bisogno di un bagno

E infine viene egli, colui che conduce

che intima guerra o concede la pace
che umilia il nemico e ne spolpa anche gli ossi
assieme al feroce e brutal Guido Rossi

Colui che si appresta a una nuova stagione

di grandi successi e soddisfazione
Palazzo Durini non basta nemmeno
per Coppe Moretti e balle di fieno

E infine, tu gufo, che tanto ti impegni

rinuncia a fatture ed oscuri disegni
resistere è vano, rischioso perfino
perché se anche Francis s'infuria di meno

nessuna pietà avrà il suo tavolino!

mercoledì 8 agosto 2012

Poesiuole da ombrellone 20


ER GATTO E ER CANE
Gigi Zanazzo

So’ bbestie che nun vanno strapazzate.
Si uno nu’ le pô scèrne, le lassi perde’; ma nu’ je facci male.

Chi ammazza un gatto, je môre appresso, o je succède quarche disgrazzia.

Er proverbio dice:

«Chi ffa mmale a ccani e ggatti,
Fa mmale li su’ fatti».

Er gatto nero porta furtuna.

Quanno er gatto ruzza, è ssegno che stà ppe’ ppiove’.

Quanno er gatto gnávola è ssegno de bbon agurio.

Invece quanno er cane urla: caì, ccaì, è ssegno de malugurio.



LA FREGOLA
Massimo Bolli

E quanno er cane miagola
oppure er gatto abbaia
vor di' che pe' la fregola
c'è uno che se sbaja
 

Poesiuole da ombrellone 19


Dedica per "Storie Piccine", di Valeria Fiorentino.

Son piccole piccole
o più grandicelle
Ci son quelle discole
o più saputelle

Son queste, son quelle
son storie, storielle
son come chi legge...
piccine ma belle!

Dedica per "E da quel giorno...", di Emanuela Nava:

"Son verde, son brutta, son senza le strisce,
me le hanno rubate due rane ed un pesce"
diceva una zebra piangendo a dirotto,
coprendosi sotto un pesante cappotto.

"Ma non c'è problema" le disse l'amica
"ti basta il colore ed un po' di fatica.
Col bianco ed il nero e con questo pennello,
vedrai, come nuovo sarà il tuo mantello".

Così da quel giorno la zebra comprese
che non occorrono mai grandi imprese.
Se anche a un problema non trovi risposta,
un po' di colore, e tutto si aggiusta!

venerdì 3 agosto 2012

Self impairment


Eeehi, ciao, gentile lettore.

Mi rivolgo a te, sì, proprio a te. Proprio a te, che sprechi minuti preziosi per leggere il Bolli. Non che questo sia di per sé deplorevole, per carità, ma ci sono modi senza dubbio più convenienti di impiegare il tempo. Non so, grattandosi la testa, ad esempio. Comunque, oggi fai bene a leggermi. Esatto, fai proprio bene. E sai perché? Non soltanto perché tanto sei disoccupato ed hai una vita più piatta dell'elettroencefalogramma di DJ Francesco. No, è perché sto per mondare la tua inservibile esistenza da quel rimasuglio di senso di colpa che ti rende ancora più merda di quello che sei. Lo so, lo so che bastano cinque minuti su Real Time per avviare una totale rigenerazione della propria perfidia, ma io sto per dirti di più. Sto per dirti che odiare non è sbagliato, che odiare è bene, che invidiare è cosa buona e giusta.
Infatti, ho deciso di iniziare una dotta trattazione sul peccato. Sui peccati capitali, per la precisione. Non è che devi essere per forza polacco per farlo, o no? Oggi con te voglio parlare dell'invidia e di come invidiare sia sacrosanto. Ovunque trovi cazzate che pretendono di spiegarti il contrario. Che vai bene così come sei, che devi piacerti. Ma qui no. Qui fanculo al pensiero positivo.

Dunque, ieri guardavo questo video. Guardalo anche tu:


E' la squadra di nuoto americana alle olimpiadi. Carino, non c'è nulla da dire. Veramente carino (ma sentilo... "carino"). La canzone è rivoltante, ok, ma accattivante. Diciamocelo, ci sono solo cose belle. Gente che si diverte, pettorali mitologici, una quantità di figa che è quasi spietata. Insomma, il trionfo della kalokagathia.

Ecco. Ecco a cosa ci è servito il liceo classico da ragazzi: a rodere più finemente da adulti.

Ieri notte, mentre lo stavo guardando per la trecentesima volta, mi ha avvolto il lucore della rivelazione. Devi sapere, caro lettore, che quando vedi una vagonata di visualizzazioni su youtube non è che ci sono stati veramente 800milamiliardi di persone che hanno guardato un video. Naaa, è che ci sono in giro 3/4 svitati come il Bolli, che ne so, un paio di ciccioni in Arkansas o uno schizofrenico in qualche manicomio di Varsavia, che guardano lo stesso filmato fino a quando non li fa sboccare il solo pensiero.

Dicevo, alla trecentesima volta che lo guardo, succede una cosa strana. Mi sorprendo ad odiarli. Ad invidiarli ed odiarli, con una punta di follia e allo stesso tempo di lucido senno. Mi dico, ma guarda questi. Sono giovani e pure belli. Sì, questa è gente che magari è all'ottava olimpiade e ha sempre 22 anni. Ma come cazzo fanno, che a me pare ieri che avevo ancora i brufoli?

Forse perché ieri ce li avevo, i brufoli.

E continuo. Sono giovani, belli, sono alti tutti un metro e novanta. Hanno quelle spalle assurde, che ti danno l'impressione che, quando passano dalle porte, si trascinino dietro buona parte del muro. Si divertono. Guardali, caro lettore. Si divertono! Tu sei lì, guasto, a decomporti nella mediocrità. Tu, che ti sei appena guardato l'ennesima puntata di Breaking Bad e fantastichi su una rivoluzione della tua vita in stile Walter White, ed invece anche domani sarai un inutile piangina. Guardali, ridono! Sono belli, giovani e ridono!!!

Ma non basta. No! Seeeee. Vengono pure da posti fighissimi. Dal Texas, da New York, da LA.
Sì, perché solo gli sfigati dicono Los Angeles. Devi dire Elléi.

Facciamo una prova. Come come? Due anni fa sei stato in America in vacanza? Figo! No, però. Non dire che ci sei andato con quella culona di tua madre e quel rincoglionito di tuo padre, che piscia come un idrante. Dì che ci sei andato con amici. Non riesci a raccattarne uno nemmeno nel parcheggio della comunità di Sant'Egidio, ma dì che ci sei andato con amici. E non dire che sei andato a trovare i tuoi micragnosi parenti emigrati, ché la cugina più gnocca sembra Pussy Bonpensiero. Dì che sei andato perché un tuo amiiico sta girando un fiiilm lì a Elléééi e  ti ha invitato a vedere la sua nuova villa.
Quindi, dov'è che sei stato? Come? In California??? Ma allora sei scemo!!! Si dice in Cali, no in California.
AAAAAAHHHHH, fanculo. Lascia perdere.


Vabbè, dicevo. Questi vengono tutti da posti cool. E tu? Tu vieni da uno scantinato di Potenza. Che quando sei andato all'università dovevi spiegare a tutti dove cazzo è Potenza, perché tutti pensano che sia in Sicilia, o in Campania, ma tutti sono comunque certi che sia un posto di merda. E poi, appena te ne andavi, ridevano di te e dicevano: "Ma pensa quel coglione. Viene da lì, e non sa nemmeno dove cazzo sta Potenza.".

E dunque, ricapitoliamo: questi sono belli, giovani, americani, ridono. Tutte le donnine a casa a sbavare per Lochte. Tutti i maschietti a sfinirsi di seghe per la Perdue. E stai certo che scopano come ricci, lì al villaggio olimpico. E scommetto che scopano pure senza goldone, ché tanto nessuna rimane incinta. Tu, invece, al primo miracolooooso affondo di baionetta nel fienile di tuo zio, hai subito fatto strike. Per giunta con la figlia di un maresciallo dell'Arma che, appena ha scoperto il misfatto, ha scaricato la Beretta sulla fiancata della tua Punto di merda.

Ma non basta, no. A questo punto, caro lettore, cos'è che ci potrebbe consolare? Una cosa, una cosa soltanto potrebbe farci sentire meno patetici. Essù. Eddai. Indovina, cazzo. Niente, manco questo sai. Vabbè, te lo dico io. L'unica cosa che potrebbe farci dire "Tadààà, ma allora non siete perfetti! Siete umani come noialtri, persone normali, pietosamente conformi al codice dell'ovvio.".

E cioè: siete scarsi! AH AH AH. Sarete pure strafighi, miei cari, ma non vincete un cazzo!

AHAHAHAHAH AH AHAH  AH           AH

Ma quando mai. Lì in mezzo non ce n'è uno che non sia medaglia d'oro. Uno! Uno solo che non sia cazzutissimo. Trovatemene uno. Macché. Questi, anche quando gareggiano nella stessa specialità, l’oro lo vincono tutti. E gli italiani? Sempre 24esimi. Anche se in vasca ce ne sono solo 8, Magnini arriva comunque 24°. Ma teniamocelo stretto uno come Magnini. Magnini è talmente un pupo, che quando lo guardo mi sembra di essere il Grande Vecchio. Loro no, però. Loro manco pe niente. Loro sono ANCHE forti.

E' qui, fedele lettore, che si configura la divina ingiuria. Il definitivo sopruso del Fato. L'ennesimo dileggio di Lachesi.

Noi siamo qui, bassi, grassi, calvi. Se siamo donne, abbiamo due tette come due calzini con dentro un euro. Delle smagliature che non sono smagliature, sono trincee di prima linea. Faremmo carte false per avere un lavoro da scribacchino vessato, da metalmeccanico pazzo, o per diventare il lacchè di un assessore.

Perciò, mi chiedo: perché? Perché a loro tutto e a noi niente? Perché loro fluttuano nelle acque terse della gloria e noi sguazziamo nella pozza di piscio della quotidianità? Perché le campionesse di rana non mettono i tacchi, altrimenti sono più alte dei loro fidanzati, mentre le nostre fidanzate, se mettono i tacchi, sembrano delle rane?

A tutto questo, amico, amico mio, non c'è risposta. Nessuno ti spiegherà mai perché tua moglie ha messo un culo come una portaerei, o perché l'ultimo capello che ti era rimasto ti è finito incastrato negli occhiali. Non saprai mai perché la tua vita è puro pleonasmo. Ce lo vedo, Dio, a fare spallucce ed a risponderti "Shit happens, son".

Epperciòòòòòòò:

ODIALI

AMICO

ti dico      O D I A L I

E INVIDIALI

Invidiali e digliene un sacco:

STRONZI, BASTARDI, CORNUTI, BISTECCONI, A SCEEEMI

NON TI DEVI VERGOGNARE DI INVIDIARLI

Non c'è nulla di più nobile dell'invidia, ricorda, perché solo nell'invidia si riconosce il valore del nemico. Loro sono grandi? Ok, ma la tua invidia lo sarà di più! Qualcosa di grande, lo vedi, covava anche in te. Il rancore più becero sulla faccia della terra. Ed è tuo! Solo tuo!

Così ce la potrai fare. Solo così potrai accettare la bancarotta della tua esistenza. Darle finalmente un senso. Impregnala di livore e fattene scudo. Sarai libero. Libero di dirti: “Faccio schifo! Sìììì, faccio proprio schifo!!! Ma non me ne frega un cazzo!!”. E poi riderne. Aahhahahahha!!! Riderne folle ed infine saggio!

AHAHAHHAHAHAHAHAHAHHAHAHAH

E tu, tu che mi leggi e sei convinto di essere figo. Tu, che tuo zio ti ha fatto entrare alla Regione e pensi che la tua vita sia compiuta. Tu, che ti sei comprato l'Audi coi fari xenon, con la liquidazione del babbo. Tu, che ti credi fregna e passi in piedi sotto i tavoli. Tu, che ti sei laureata in Scienze della Minchia all’Università del Molise e, quando guardi Santoro, ti crucci solenne per la fuga dei cervelli. Ed infine tu, tu che per Anobii hai letto ottomila libri del più sconosciuto coglione iraniano e poi scrivi “al di là” tutto attaccato. Voi, voi non siete manco da odiare. Voi siete da preservare. Anzi grazie. Grazie grazie grazie. Grazie, perché siete voi che ci date la forza di andare avanti. A me ed al mio amico sfigato, qui.


Perché voi, signori...
voi siete messi peggio di noi.