Ciao ragazzi.
Esco un po' dal seminato, ma tratto un argomento che angoscia tutti.
La guerra e le sue infinite atrocità.
Tra i tanti documenti cinematografici che arricchiscono la mia videoteca ce n'è uno che vi consiglio di guardare. Un film, a volte, è meglio di un libro, soprattutto per chi, come me, non ne ha mai aperto uno.
Il documentario si apre con un resoconto dell'ottobre del 1940. Le forze alleate cominciano ad avere la peggio contro la potenza militare del Reich. Viene presa, allora, la decisione di inviare il miglior agente segreto britannico, uomo in grado di scomparire per mesi e di rendere la propria presenza in territorio nemico assolutamente invisibile, per scovare le lacune dell'organizzazione nazista.
Dopo nemmeno 20 minuti dallo sbarco in Ungheria, l'abile agente (soprannominato "il fantasma") viene individuato e ferito dalle forze nemiche, ma fortunatamente tratto in salvo da un gruppuscolo di resistenti. Il medico chiamato a salvare l'agente manifesta leciti dubbi, temendo rappresaglie sulla sua famiglia. La comandante dei resistenti, Eva, donna di austero cipiglio e rigida fermezza, afferma che personalmente truciderà la famiglia del medico, se continuerà ad opporsi.
Di quanti codardi è costellata la storia dell'uomo. E lei, che donna coraggiosa.
Ormai fuori pericolo, l'agente, di nome Will, rimane privo di sensi, momento nel quale Eva gli presta personali cure con amorevole mano.
E' bellissimo rappresentare gesti d'amore su uno sfondo tanto tragico. L'agente, incurante di ciò che è successo, alla fine ha solo le forze per pronunciare la frase "Ohhh, thank you", colmo di gratitudine per le attenzioni ricevute.
L'azione si sposta nelle stanze del bieco potere. Il comandante del dipartimento locale delle Schutzstaffel manifesta la propria indignazione ai sottoposti per la mancata cattura, schiaffeggiandoli ripetutamente sull'elmetto. Al fine di placare la propria ira, intima che gli siano portate delle giovani ebree, sulle quali sfogare la perversa collera.
Le giovani, pur provando a reagire alle vessazioni del turpe criminale, sono costrette a sottostare al suo volere, assecondandone la sopraffazione e, addirittura, prendendo esse stesse l'iniziativa, simulando di essere compiaciute della sofferenza imposta. Abile finzione, per avere salva la vita.
Caratteristica importante per le donne, in tali orrende situazioni, è proprio la capacità nel simulare.
Dopo altre, molte violenze su nuove inermi deportate, si giunge al momento topico. La cattura dei resistenti e dell'agente, traditi da un prezzolato guardone. Qui entra in gioco la soldatessa Erika, aguzzina delle SS, adibita agli interrogatori, per i quali impiega i metodi più spicci.
Ella comincia subito ad infierire su Eva, percuotendola ripetutamente sulle natiche con un frustino.
Ed è qui che la cosa comincia a farsi veramente grossa.
Will non resiste al proprio orgoglio. Al fiero grido di "Prendi me, prendi me", dichiara la sua identità e accetta, a imitatio Christi, il flagello personale, pur di salvare chi lo ha accudito. Le scene sono raccapriccianti, di nuda veridicità. Assolutamente nuda.
E' la soldatessa Erika in persona a somministrare il supplizio. Tra gemiti di sofferenza e gesti di pura angheria, anche con l'ausilio di orrendi strumenti di tortura, la scena si conclude con la soddisfazione dell'aguzzina.
Ed ecco il coup de théâtre. L'irruzione di partigiani che liberano i prigionieri, e che saranno largamente ricompensati da Eva.
Dopo un nuovo incontro, particolarmente animato, Will ed Eva si salutano alla stazione. Campo lungo sui binari, metafora del viaggio dell'uomo, alla conquista della libertà e della democrazia.
Fin quando un colpo di mitra squarcia il silenzio.
E la provocatoria scritta "Continua" ci fa pensare che la lotta contro la guerra, e le sue ingiustizie, è ancora tutta da compiere.
Il film in questione è "Scopate la soldatessa Erika", di Viv Thomas, con Kaia e la partecipazione straordinaria di Erika Bella, nonchè il cameo di Franz Krauspenhaar Uffenwanken Radegung, nella parte di se stesso. E' parecchio crudo nel suo realismo, non è un caso che sia vietato ai minori.
Anche se, personalmente, lo proietterei nelle scuole.
Non serve ringraziarmi, ciauz!
(dal blog di Beppe Grillo - 14 mag 2007)