mercoledì 2 novembre 2011
Hagakure kikigaki
Oggi la storia ha deciso di mettermi alla prova.
Primo pomeriggio. Mi accingo a preparare il caffè, quando infide stilettate mi fendono le viscere. Richiamo irrefutabile, avvisaglia di odorosa tragedia.
Devo cagare.
Scellerato, però, proseguo nell'intento di allestire la marrone bevanda. Gli spasmi si accentuano, ma tengo duro (si fa per dire).
Il caffè è pronto e sono ormai pallido, contratto. La mano incerta lo versa nella tazza. Afferro il giornale, che metto sottobraccio (editoriale di De Bortoli, imperdiiibile) e mi dirigo verso il cesso. Risoluto ne varco la soglia, come Teseo nel labirinto di Cnosso.
Deciso a sfidare la sorte, ma certo che il peggio sia passato.
Eppure, il peggio è lì lì per imporsi.
Quel passo, infatti, getta un primordiale messaggio al mio cervello: "è fatta, vai".
No, come "vai". Aspetta. Siediti prima.
Ma l'istinto non sente ragioni.
Resto immobile. Basito. Sgrano gli occhi. Una fitta di tuono mi solca. Con un gesto repentino abbasso i vestimenti. Il caffè cade sull'editoriale di De Bortoli, ironicamente intitolato "Fermare la deriva", conferendogli un'opportuna sembianza. Meno di un metro mi separa dalla gloria, un centimetro appena dal disonore.
"Quando un acquazzone ci sorprende, cerchiamo di non bagnarci affrettando il passo, ma ci inzuppiamo ugualmente. Se invece, fin dal principio, accettiamo di bagnarci, eviteremo incertezze e non per questo ci bagneremo di più", penso.
Per cui vinto indietreggio. Mi piego sulla vasca stremato, pronto all'abbandono.
Ma in quell'attimo, in quel palpito incessante, mi torna in mente il magistero del saggio Tsunetomo. "In ogni evenienza", disse, "il samurai deve agire con destrezza e determinazione". E' imperdonabile lasciarsi abbattere dalle prove.
Perciò ritrovo le forze. Serro i denti e mi ricompongo. Con un balzo mi scaglio sul mio vaso di Pandora, deciso a ricacciarci dentro tutti i mali. E lo faccio, ohhh se lo faccio, folle di un chiassoso furore.
"Solo la fine delle cose è importante", chioserebbe Yasuda Ukio.
Tre insegnamenti il samurai deve trarre da questa esperienza.
Uno - Se sei consapevole del rischio, non perseverare nell'errore.
Due - Il samurai che cede di fronte al bisogno non è di alcuna utilità al daimio.
Tre - Per un samurai non è onorevole cagare nella vasca. Ma se decidi di farlo, ricordati che non è tanto quello il problema.
E' che sarai tu a doverla pulire.
Sayonara
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